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Chiesa della Madonna della Montà
Chiesa della Madonna della Montà (cimiteriale) , Via Dietro 3 , 18010 Molini Di Triora (IM) Italy
Il santuario è una chiesa dedicata a Maria, chiamata Madonna della Montà, ovvero "della salita".
Si trova nel comune ligure di Molini di Triora, nella valle Argentina, in provincia di Imperia,
lungo l'antica strada che congiunge Molini a Triora.
Le principali festività si celebrano il 25 marzo nella festa dell'Annunciazione e l'8 settembre per la Natività della Vergine.
La tradizione fa risalire la chiesa al XIII secolo come prima sede della parrocchia di Molini, ma la costruzione attuale è di origine quattrocentesca e il culto nasce dalla tradizione popolare, che vuole estendere ai defunti la protezione della Vergine.
Questa chiesetta presenta un ciclo di affreschi che è sicuramente di Antonio da Monteregale, ciclo firmato da lui stesso.
Un segno di antichità della chiesa è la torre campanaria inizialmente con il tetto quadrato a cui è stata aggiunta più tardi la cuspide.
La chiesa, che ha sicuramente subito più rimaneggiamenti, di cui almeno uno nel XV secolo, presenta l'interno a tre navate divise e sorrette da quattro colonnati.
Le due navate laterali conservano la volta a capriata; nella centrale la volta è stata rifatta in muratura.
La grande alzata d'altare lignea barocca, dovuta all'intagliatore locale Gio Batta Borgogno detto il Buscaglia, inquadra il dipinto centrale (1605) del pittore triorese Giovanni Battista Gastaldi raffigurante
la Madonna con il bimbo tra i Santi Giovanni Battista e Caterina.
E' una tempera su tavola; attualmente è stato sostituita con una copia fotografica. Il dipinto originale è stato portato ed è custodito nella chiesa di San Lorenzo martire a Molini di Triora (entrando nella chiesa subito a sinistra).
Si può leggere sul primo gradino del trono della Vergine che il dipinto è datato 1605 , insieme ai nomi dei committenti: MI-CHAEL CANTERIUS / AMBROSIUS ALLARIA / PETRUS FARALDUS / MASSARII
Così lo descrive il Novella: 'In mezzo alle statue vi si ammira un artistico quadro di scuola raffaellesca dipinto su tavola robusta in mezzo la Vergine con il Bambino a sinistra S. Giovanni Evangelista e a destra santa Caterina. È stata ritoccata nei panneggiamenti da mano poco pratico ma le facce sono tutte sorprendenti. Porta la data 1605'
Ai lati si trovano le statue della Madonna e dell'Angelo Annunciante.
La parte più interessante nel contesto decorativo dell'edificio, rimasto a lungo nascosta dalla struttura lignea del Buscaglia,
è il ciclo dipinto del muro di fondo, firmato e datato al 1435 da Antonio Monregalese.
L'opera è molto significativa nel quadro dei rapporti artistici tra la Liguria ed il Piemonte durante la prima meta del XV secolo.
Un altro interessante affresco raffigurante l'Ecce homo è venuto alla luce nel 1925 sopra un primitivo altare.
Nel santuario si entrava da tre grandi porte, delle quali una era riservata agli abitanti di Molini di Triora, ed una era riservata ai trioresi, che accorrevano numerosi in occasione
delle feste principali, quali l'Annunziata e la Natività di Maria Vergine.
Un'ottima descrizione della storia che hanno avuto gli affreschi di questa chiesa è descritta dal Raineri, che riporto
di seguito:
" Negli atti delle Sacre visite pastorali di molte diocesi, verso la fine del XVI secolo, si può trovare quasi ad ogni pagina,
la frase troppo spesso fatale: " mandat dealbari " (ndr: ordine di imbiancare). Anche il Monregalese sa quante cappelle del 1400
sono state imbiancate per ordine del visitatore apostolico Scarampi.
Si racconta ancora, e il fatto è tramandato di generazione in generazione da vecchi preti del luogo, che quando fu ordinato dal vescovo
di Albenga di ricoprire con bianco le pitture del S. Bernardino di Triora, l'ordine doveva valere anche per quelle della chiesa
detta della Montata presso Molini di Triora.
L'ordine del vescovo incontrò resistenza presso le persone più autorevoli del luogo dei Molini, e allora il Presule che trovavasi
in Sacra Visita, ordinò che s'innalzassero subito i palchi per effettuare l'imbiancamento delle pareti della chiesa; e volle assistere
di persona a queste operazioni.
Essendo egli poi dovuto ripartire improvvisamente per Albenga, quelli dei Molini demolirono subito l'impalcatura
ed il lavoro incominciato non fu più continuato.
Ed ecco perchè nella chiesa dei Molini le pitture del presbiterio non subirono la medesima sorte di quelle del San Bernardino. "
Questo ci narra Padre Ferraironi nel suo volume (26) riportando la data e il nome dell'autore di queste pitture:
1435 Antonio de Monteregale.
Si può quasi con certezza dire che questa sia l'unica citazione bibliografica di questo pittore
che tanta importanza assume per la pittura monregalese del XV secolo.
Il grande altare barocco che era stato eretto contro la parete dell'altare, se ha rovinato in qualche punto l'affresco e per molto tempo
ne ha impedito la vista, è anche servito a proteggerlo dalla completa distruzione, tenendo conto quale disposizione ebbero molti vescovi
e religiosi del XVII e XVIII secolo verso l'arte gotica medioevale.
Da quando il rev. abate Allaria nel 1918 diede notizia di queste pitture e l'altare fu staccato di circa 90 cm.,
grazie anche all'interessamento del parroco di allora Don Ferdinando Novella, la parete affrescata è sempre rimasta
dietro questo altare dorato.
Gli affreschi di Antonio Monregalese nella Chiesa della Montata, ora cappella cimiteriale, di Molini di Triora ricoprono tutta la parete
dell'altare e la volta ogivale del presbiterio.
Le pareti laterali, sotto lo scialbo, e l'arco trionfale al di sopra dell'attuale campata, molto probabilmente celano altre pitture.
La parte dell'altare, lunga alla base m. 4,90, porta fino all'altezza di m. 1,20 dal pavimento uno zoccolo dipinto
raffigurante un muro merlato.
Sopra questo, per un'altezza di m. 1,90, si eleva una fascia con due pannelli laterali, che anche se molto rovinati,
lasciano intravedere, a sinistra, la "La fuga in Egitto", e a destra "L'Adorazione dei Magi".
Nel centro è dipinto un polittico sormontato dalle caratteristiche guglie triangolari gotiche, con il Cristo di Pietà (fig. 3)
nel timpano centrale alcuni santi negli altri (S. Antonio Abate).
Nel riquadro centrale è ritratta la Vergine col Bambino (fig. 4), a sinistra S. Lorenzo e S. Giovanni Battista, a destra
S. Caterina d'Alessandria e S. Stefano.
Nella lunetta semicircolare, alta nel mezzo m. 2,60, è rappresentata la Crocifissione.
Nel centro la figura del Cristo (fig. 4) domina la folla sottostante, con l'imponenza della sua statura.
Gli angeli in volo raccolgono il sangue uscente a stille dalle piaghe, e mentre un'angelo accoglie l'anima,
piccolo corpicino nudo, del buon ladrone, un diavolo strappa dalla bocca quella del cattivo ladrone.
La Vergine dolente è sorretta dalle Pie Donne; la Maddalena è inginocchiata ai piedi della Croce, con i biondi capelli
sparsi sul manto, mentre Giovanni è ritto alle sue spalle.
Il Longino a mani giunte e la folla dei soldati, dei giudei e dei cavalieri, vestiti nei sontuosi costumi medioevali,
ricchi di broccati si accalca attorno alla croce.
Fra questi spicca la figura del cavaliere che annuncia: Vere filius Dei erat iste .
Nel suo studio Raineri ha descritto bene in modo particolare questa grande scena perchè se si richiama
alla tradizione italiana della Crocifissione a personaggi multipli in contrapposizione a quella francese
ridotta ai personaggi essenziali della Passione: Cristo, la Vergine e S. Giovanni, essa però nei costumi delle Pie Donne
della Vergine e nei gesti della folla stessa, sente vivo l'eco della maniera provenzale.
Le vele della volta ogivale portano le immagini dei quattro Evangelisti entro medaglioni rotondi.
Incastonati in un largo e accurato fregio cí sono poi altri 12 medaglioni più piccoli con figure di santi.
Il fregio, riportato anche sui costoni si incrocia nel centro di un grande rosone diviso a spicchi geometrici.
Due rettangoli bianchi ai lati del polittico centrale portano scritte in caratteri semigotici neri le seguenti diciture:
[M] CCCC o XXXV die
[n]ovenbris hoc opus factum
[fuit] a tempore massarum venerabilis domini
petri canis laurencii odi diti
buzhacarinii anthoni robaudi
atque manfredi caponi -
anthonius de montisregalis pin.xit. (3).
Ancora al giorno d'oggi è in vigore la caratteristica funzione del Venerdì Santo della "calata dalla Croce"
quando il Cristo, dopo essere stato deposto dalla croce, viene trasportato lungo le vie del paese.
Si ricorda ancora la tradizione del "giro delle vergini", pie donne che nei giorni intorno al due novembre recitavano orazioni,
girando intorno al perimetro della chiesa.
Negli anni scorsi la chiesa ha subito degli interventi di restauro, terminati nella primavera del 2014,
dove i fedeli hanno potuto apprezzare l’esito del complesso intervento di recupero che ha riguardato i paramenti murari esterni,
le murature interne e le volte posticce della navata (che sono state demolite, recuperando il tetto ligneo a vista),
la copertura e il campanile.
Nell’ambito del restauro è stato pure riportato in luce un arcone, tra il presbiterio e la navata,
con un affresco dell’Annunciazione, noto dalle fonti documentarie ma rimasto a lungo obliterato dai tamponamenti
operati tra XIX e XX secolo.
A causa di questi lavori di restauro, negli anni scorsi il rito della calata di Gesù dalla croce si svolgeva
nell’Oratorio di S. Bernardo Abate; dal termine dei lavori si è ripresa la tradizione secolare e si è svolto
al Santuario con successiva processione sino alla Chiesa Parrocchiale.
Questo rito viene celebrato in modo analogo in alcuni paesi della Provincia di Imperia e non solo, infatti anche i
Frati Francescani lo tengono in modo simile nella Basilica del Santo Sepolcro proprio a Gerusalemme.
Pertanto non è escluso che nel territorio dell’Alta Valle Argentina furono proprio a metà del cinquecento i figli spirituali
di San Francesco che in Triora avevano un Convento ad introdurre quest’usanza dalle nostre parti.
Il rito è molto sentito dai fedeli, con i bambini del paese vestiti da angioletti attorno all’altare, come si usava un tempo,
ed è accompagnato dalla Corale Parrocchiale che si esibisce in canti medievali della passione,
utilizzando strumenti musicali "d'epoca", alcuni strumenti a fiato corni e conchiglie di mare ( che in alcuni paesi sono dette
"Lumasse de Ma" cioè Lumache di Mare e sicuramente bene si ambientano a Molini famoso anche per la sagra della lumaca )
e alcuni strumenti a percussione, le tabulæ dette qua Taabacche costituite da una tavola con due maniglie girevoli
che producono un notevole suono.
(*) rif. BIBLIOGRAFIA
(*) Sito Wikipedia
(*) Cultura in liguria
(*) Riviera 24
MAPPA
Santuario Madonna della Montà
18010 - Via Dietro 3 - Molini Di Triora
(IM) Italy