GLI AFFRESCHI DELLA PARETE CENTRALE , DIETRO L'ALTARE

 

LA CROCIFISSIONE

Importantissimo sia dal punto di vista dell'esecuzione che dal punto di vista della rarità, per non dire unicità iconografica, è l'affresco della Crocifissione della parete dell'altare (fig. 1 e 2).

Qui il culto del seno di Maria si inserisce in una più ampia e complessa composizione che può essere definita come una vera sacra rappresentazione popolare, dove i dialoghi dei protagonisti sono ben impressi sul muro attraverso bianchi e svolazzanti cartigli.

Questa raffigurazione trae la sua ispirazione dalla "Lattazione Virginale" apparsa per la prima volta in un sermone di Arnaud di Chartres, abate di Bonneval, amico di S. Bernardo di Clairvaux, e nel poema di un cantastorie di Bayeux, intitolato: "Advocatrice Notre Dame" :

" Beau Filz, regarde les mameles , de quoy aleitier te souloie. "

La Madonna intercede per il morto (fig. 5), steso ai suoi piedi, mostrando il seno nudo al Figlio (fig. 4) che ha allattato e che ora sta crocifisso sulla Croce.

Gesù Cristo (fig. 3) con la mano destra staccata dalla croce offre il sangue che sgorga dalla ferita del suo costato, per la salvezza dell'uomo.

Il Figlio a sua volta si rivolge al Padre, che appare sulle nubi fra le schiere degli angeli (fig. 6).
Notiamo che la figura del Padre ricorda in maniera palese quella degli affreschi in S. Croce.

La domanda del Figlio è la seguente: "Voluere quesso pater quod rogitat mea mater".
Il Padre risponde, che a tanto intercessore non può negare nulla: "A te petita dabis quo vis tibi nulla negabo" (fig. 8).

Anche in queste scritte si nota la non completa padronanza dell'ortografia latina, che troviamo nei vari cartigli esaminati e che ritroviamo nella stessa firma di maestro Antonio.
Forse Antonio da Monteregale non conosceva troppo bene il latino ma in compenso sapeva dipingere veramente bene.

I dialoghi che si dipartono dalle bocche del Padre e del Figlio, appaiono scritti anche nelle antiche stampe di Baldung Grien:
"Come potrebbe un dolce e pietoso Padre respingere le preghiere di un tale Figlio? Come potrebbe un tale Figlio rifiutare qualcosa a una tale Madre?".

Victor Henry Debidour (35) nel suo volume scrive a proposito di un quadro, datato 1525 die 29 luio, proveniente da una cappella dei Penitenti:
" Nostra Dama de Secours, avocatrix pecatour , questo è il nome, miscuglio di provenzale e latino di questo quadro che ci presenta un commovente rilancio di suppliche, dal donatore a Maria, da questa al Figlio che ha nutrito, dal Figlio a suo Padre, commentato da un testo che spiega la composizione plastica del soggetto, e le vedute del religioso che l'ha suggerita ".

Ecco la traduzione: l'uomo ha presso Dio udienza assicurata quando la presenta il figlio davanti al Padre e la Madre davanti al Figlio: il Figlio mostra il suo fianco e le sue piaghe, la Madre il suo petto e il suo seno: nessuna richiesta potrà essere respinta, là dove sono presenti tanti segni d'amore.

La citazione del Debidour spiega sostanzialmente anche l'iconografia, che però è di datazione assai anteriore al quadro del 1523, ed è strettamente legata alla figura di S. Bernardo di Clairvaux, e quindi di ispirazione e tema prettamente franco-provenzale.

Ai lati della Croce due angeli (fig. 9 e 10) reggono i cartigli ormai illeggibili; al termine di quello retto dalla Vergine, ci sono alcuni fregi, molto rovinati, simili a quelli di Farigliano.

Dietro la Vergine c'è S. Barbara (fig. 11) che regge un castello turrito. Nel cartiglio si legge: S. Barbara ora pro[nobis].

A destra in abito monacale bianco dei cistercensi c'è la maestosa figura di S. Bernardo, che con la destra benedice e con la sinistra regge il pastorale (fig. 8).
Il volto di vecchio dalla barba fluente ricorda molto nel colore e nel disegno il Padre della Trinità di Chiusa Pesio.

Curiosità :
1) La foto di fig. 1 viene presentata nella versione prima dei restauri (foto degli anni '70), per far notare la differenza dallo stato attuale (fig. 2).
2) La foto di fig. 12 è presa da una vecchia pubblicazione in bianco e nero per la realizzazione del nuovo altare, che riporta la scritta "Nuovo altare, bozzetto e realizzazione di Geronimo Raineri".

(*)   rif. BIBLIOGRAFIA